martedì 8 marzo 2011

I fatti epocali del nord Africa e i miei pregiudizi di Giuseppe Filetti


Foto tratta da umsoi.org
 Penso e ripenso con stupore a quello che sta succedendo e potrà succedere nella nazione araba e in Iran. Confesso che avevo notevoli pregiudizi sulla loro capacità e possibilità di ribaltare, anche con il coraggio di mettere in gioco la propria vita, regimi consolidati da decenni. Credevo altresì che i nuovi mezzi di comunicazione non avessero la capacità di produrre sensibilizzazione autentica e coinvolgimento di massa. Ossia di andare aldilà della retorica sulla reale potenzialità della capacità di sensibilizzazione di massa dei nuovi mezzi, internet e i social network in primo luogo. Invece ecco quello che non mi sarei mai aspettato, specialmente in Tunisia e in Libia. Ero stato in Tunisia nel 1990, avevo conosciuto una società conformista, ammirata della società occidentale, appiattita su miti fatti di consumismo più che di libertà. Ipocrita sostanzialmente, non disposta ad alzare la voce sia nei singoli individui che come società. Non credevo onestamente che avesse la voglia e la capacità di ribellarsi e ribaltare un regime. Pregiudizi, lo ammetto con onestà anche se sono contento perché gli accadimenti epocali dimostrano che:

• la storia dell'umanità è viva, niente è scontato e ogni epoca ha un suo potenziale rivoluzionario
• le sicurezze economiche di una classe sociale seppur ridotte ma importanti nel loro contesto non sono sufficienti ad acquietare gli individui. Parlo dei militari che in tutti i casi si sono schierati con la popolazione: quale potrebbe essere il motivo visto che si tratta di un corpo i cui componenti percepiscono uno stipendio a fronte dell'assenza di reddito minimo di vasti strati della popolazione che invece potrebbe avere proprio questo come motore della ribellione
• il rischio di morire è più forte rispetto al bisogno di emancipazione umana
• la religione non è il motore della ribellione come lo fu in Iran nel 1979
• l'integralismo arabo non è probabilmente un dato univoco quasi da carattere peculiare, antropologico, di queste popolazioni e che la povertà non determina automaticamente il controllo dell'opinione collettiva tramite i religiosi e la religione, come successe in Iran e succede in Libano ad opera degli Hezbollah, partito d'ispirazione religiosa che costituisce ed è riconosciuto da settori importanti della società libanese come stato nello stato, che assiste e accudisce appunto la popolazione sostituendosi allo stato; è finanziata infatti dall'Iran che ha tutto l'interesse all'affermazione della cultura e della politica integraliste.

foto tratta da blitzquotidiano.it

Ho la coscienza che alcune mie affermazioni siano deboli e smentibili dalla veloce evoluzione del contesto e del divenire dei fatti. Ho l'impressione comunque che gli arabi del nord africa abbiano sperimentato che le rivoluzioni d'ispirazione religiosa come quella iraniana e talebana in Afganistan non abbiano prodotto il benessere e la condizione di vita che tutti si attendevano. Dunque vedranno, per lo meno lo spero, con scetticismo il riproporsi di evoluzioni analoghe del quadro politico della propria nazione a seguito dei fatti traumatici di questi mesi.

Infine vorrei fare alcune considerazioni sulla potenzialità che i fatti hanno dimostrato circa il quadro politico italiano. Anche qui ero scettico sulla possibilità che la protesta di piazza potesse avere effetti concreti sulla destabilizzazione di un regime come quello che viviamo nell'era berlusconiana. Ho adesso, con i fatti di cui tratto, la fondata speranza che l'opinione collettiva e le sue tangibili manifestazioni abbiano più potere di quanto immaginiamo. Pertanto che ben vengano scioperi e manifestazioni di piazza, perché se non hanno immediato effetto come in nord africa, hanno sicuramente la capacità di evitare l'acquiescenza psicologica e la tranquillità di chi governa.

Giuseppe Filetti